Giovedì 25 settembre 2014
Teatro Baretti 
Via Baretti, 4 - Torino

Carrozzeria Orfeo
THANKS FOR VASELINA
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
interpreti Gabriele Di Luca, Ciro Masella, Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Francesca Turrini
musiche originali Massimiliano Setti

di Alan Mauro Vai

La Compagnia Carrozzeria Orfeo di Mantova presenta al Cineteatro Baretti nell'ambito della Rassegna Concentrica la nuova produzione "Thanks for Vaselina", di Gabriele Di Luca, promettente drammaturgo, in questo spettacolo anche in veste di regista ed attore.
"Thanks for Vaselina" è un testo frizzante, cinico, immediato e dissacrante, fluttuante in un rigoglìo di registri espressivi dalla commedia al vaudeville, al noir al dramma più intenso. Lo spettatore è gettato fin dall'inizio in un vorticare di relazioni acide, di personaggi estremi, condensati di uno spaccato di vite ai margini. E la scrittura è un impasto ben riuscito di comicità salace nostrana con l'occhio rivolto alle tematiche del contemporaneo, unitamente a monologhi drammatici ma freschi, non posticci di autocompiacimento, al contrario espressione congrua di necessità.

Nello spettacolo i punti focali sono i più svariati: solitudine, cinismo, abbandono familiare,
problemi di peso, droga, sessualità ambigue, dipendenze da videolotterie, ecologia, lotta per la tutela degli animali, ecc... Sono racchiusi in un'ora e mezza la maggior parte delle problematiche contemporanee in una girandola intrecciata perfettamente di atteggiamenti, situazioni paradossali, reazioni estreme, relazioni al limite del reale.
Gli attori snocciolano il testo a velocità d'oltreoceano, ubriacando di battute e frecciate secche dai tempi ultracomici un plot, alla fine, molto semplice e immediato, stralunato, grottesco. Talvolta, raramente, il ritmo cala riuscendo a far emergere momenti di profonda tenerezza o riflessione o intima complicità amorosa, che esaltano il complesso intreccio testuale.
Tutto l'impianto drammaturgico è giocato sull'approfondirsi di relazioni e contrasti, sulle spirali di avvicinamenti mancati, famiglie che si spezzano, nuove che se ne creano e vanno in fumo. Si citano Freud ed Edipo, per dissacrarli e mandarli a stendere. Alla fine quel che resta, forse la chiave di questo testo così compresso, denso, succoso, è la battuta di Lucia, la madre del protagonista Phil, interpretata da una splendida Beatrice Schiros: "Sono un fottutissimo mistero anche per me".
L'incapacità di connettersi con il proprio sè più profondo e cercare di capire veramente cosa essere e come agire, è la preoccupazione che attanaglia tutti i personaggi estremi di questa pièce che fluttua, come il nostro mondo indefinito, fra la commedia, il grottesco, il dramma e la tragedia. Lo spettatore esce dalla sala con un denso bagaglio di tematiche svariate, risate, litigate furiose, violenza a volte gratuita, a volte cinica, e qualche rara oasi di dolcezza nel turbinio dell'insensibilità. Intessuto di fiumi di parole rullanti a velocità inusuali per lo spettatore medio italiano, lo spettacolo strizza l'occhio al formato web, mettendo sul piatto una mole di materiale tale da alimentare più e più serie tv. Se ne resta schiacciati, a volte urtati, tale è la veemenza violenta con cui le esigenze dei personaggi scaturisce sulla scena. Uno spettacolo nudo, crudo, costruito con infinita precisione scenica, negli effetti comici e nelle dissolvenze drammaturgiche, recitato con una forza espressiva impressionante da un cast di attori veramente efficace per questa pièce dal forte gusto televisivo, d'immediato impatto e basato solo sulla tensione dei rapporti fra i personaggi.
Una bomba scenica di comicità dissacrante e terrificante verità.