Teatro Baretti
Via Baretti, 4 - Torino
Carrozzeria Orfeo
THANKS FOR VASELINA
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
interpreti Gabriele Di Luca, Ciro Masella, Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Francesca Turrini
musiche originali Massimiliano Setti
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
interpreti Gabriele Di Luca, Ciro Masella, Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Francesca Turrini
musiche originali Massimiliano Setti
di Alan Mauro Vai
La Compagnia Carrozzeria Orfeo di
Mantova presenta al Cineteatro Baretti nell'ambito della Rassegna
Concentrica la nuova produzione "Thanks for Vaselina", di
Gabriele Di Luca, promettente drammaturgo, in questo spettacolo anche
in veste di regista ed attore.
"Thanks for Vaselina" è un
testo frizzante, cinico, immediato e dissacrante, fluttuante in un
rigoglìo di registri espressivi dalla commedia al vaudeville, al
noir al dramma più intenso. Lo spettatore è gettato fin dall'inizio
in un vorticare di relazioni acide, di personaggi estremi, condensati
di uno spaccato di vite ai margini. E la scrittura è un impasto ben
riuscito di comicità salace nostrana con l'occhio rivolto alle
tematiche del contemporaneo, unitamente a monologhi drammatici ma
freschi, non posticci di autocompiacimento, al contrario espressione
congrua di necessità.
Nello spettacolo i punti focali sono i
più svariati: solitudine, cinismo, abbandono familiare,
problemi di peso, droga, sessualità
ambigue, dipendenze da videolotterie, ecologia, lotta per la tutela
degli animali, ecc... Sono racchiusi in un'ora e mezza la maggior
parte delle problematiche contemporanee in una girandola intrecciata
perfettamente di atteggiamenti, situazioni paradossali, reazioni
estreme, relazioni al limite del reale.
Gli attori snocciolano il testo a
velocità d'oltreoceano, ubriacando di battute e frecciate secche dai
tempi ultracomici un plot, alla fine, molto semplice e immediato,
stralunato, grottesco. Talvolta, raramente, il ritmo cala riuscendo a
far emergere momenti di profonda tenerezza o riflessione o intima
complicità amorosa, che esaltano il complesso intreccio testuale.
Tutto l'impianto drammaturgico è
giocato sull'approfondirsi di relazioni e contrasti, sulle spirali di
avvicinamenti mancati, famiglie che si spezzano, nuove che se ne
creano e vanno in fumo. Si citano Freud ed Edipo, per dissacrarli e
mandarli a stendere. Alla fine quel che resta, forse la chiave di
questo testo così compresso, denso, succoso, è la battuta di Lucia,
la madre del protagonista Phil, interpretata da una splendida
Beatrice Schiros: "Sono un fottutissimo mistero anche per me".
L'incapacità di connettersi con il
proprio sè più profondo e cercare di capire veramente cosa essere e
come agire, è la preoccupazione che attanaglia tutti i personaggi
estremi di questa pièce che fluttua, come il nostro mondo
indefinito, fra la commedia, il grottesco, il dramma e la tragedia.
Lo spettatore esce dalla sala con un denso bagaglio di tematiche
svariate, risate, litigate furiose, violenza a volte gratuita, a
volte cinica, e qualche rara oasi di dolcezza nel turbinio
dell'insensibilità. Intessuto di fiumi di parole rullanti a velocità
inusuali per lo spettatore medio italiano, lo spettacolo strizza
l'occhio al formato web, mettendo sul piatto una mole di materiale
tale da alimentare più e più serie tv. Se ne resta schiacciati, a
volte urtati, tale è la veemenza violenta con cui le esigenze dei
personaggi scaturisce sulla scena. Uno spettacolo nudo, crudo,
costruito con infinita precisione scenica, negli effetti comici e
nelle dissolvenze drammaturgiche, recitato con una forza espressiva
impressionante da un cast di attori veramente efficace per questa
pièce dal forte gusto televisivo, d'immediato impatto e basato solo
sulla tensione dei rapporti fra i personaggi.
Una bomba scenica di comicità dissacrante e terrificante verità.