Venerdì 11 gennaio 2013
Teatro Giulia di Barolo
Piazza Santa Giulia, 2/bis

HEY MAN!
La Finta pazza andata e ritorno

con  
Agla Germanà, Anna Montalenti, Carol Rocha, Francesco Gargiulo, Marco Intraia

maschere Franco Leita
scene
 Marco Ferrero
luci 
Nicola Rosboch
canti e partiture vocali 
Orlando Manfredi 
costumi 
Agostino Porchietto
danze e partiture fisiche
 Luca Campanella
animazione teatro di figura 
Beppe Rizzo 
ideato e diretto 
Mauro Piombo
assistente
 Anna Montalenti
produzione Santibriganti Teatro e Kataplixi Teatro

Progetto realizzato con il contributo
della 
Città di Torino, della Provincia di Torino

con il sostegno di 
Sistema Teatro Torino e Provincia


Al Teatro Giulia di Barolo va in scena Hey Man!, spettacolo realizzato dalla giovanissima Compagnia Kataplixi Teatro in collaborazione con la consolidata esperienza di Santibriganti: un mix unico ed interessantissimo tra il linguaggio tradizionale della commedia dell'arte ed i simboli sintetici della gioventù metropolitana. L'esperienza sempre fertile e in rinnovamento di Mauro Piombo, storico regista di Santibriganti con successi inesauribili come La Commedia della Pazzia, incontra il talento verdissimo dei cinque attori di Kataplixi, formazione nata da appena 3 anni. Uno spettacolo che solo in apparenza segue il filo drammaturgico dei canovacci della Commedia: due fratelli, Orazio e Flavio, si contendono l'amore della dolce Isabella, per l'occasione sdoppiata in Isa e Bella, con lo zampino della rivale Flaminia, innamorata del bell'Orazio.In realtà, partendo dalle disavventure amorose degli amanti tutto lo spettacolo è giocato sul filo metateatrale proprio della Commedia: i linguaggi, le maschere e le relazioni sono riportate alla contemporaneità sintetizzata e più viscerale della culturale underground attuale: hip hop, free stile, street art con il condimento diffuso dell'ipertesto internauta. I ragazzi della Commedia diventano i guerrieri attuali dell'amore generazionale di rappers new romantics che chattano, linkano, condividono, downloadano, tra facebook e droga virtuale, creando un glossario sonoro di lingue frammischiate; l'inglese dei social network, il francese d'etichetta, il dialetto regionale, in una creazione continua di azioni ritmiche sonore di sensi in continuo richiamo ipertestuale; esattamente quello che la Commedia dell'Arte ha sempre fatto fin dalle sue origini utilizzando gli apporti culturali vivi delle tradizioni in cui si inseriva: un intreccio dinamico di elementi eterogenei , una integrazione costante del passato e del contemporaneo. Anche le maschere sono attualizzate con creste che richiamano le acconciature dei giovani ragazzi di strada e le culture delle famiglie di rapper attuali, oltre al linguaggio e alle relazioni tra i personaggi, tra discoteche ed espressioni d'oggi fisiche e verbali. Lo spettacolo ha uno sviluppo in maschera, di forza ruspante, dell'animale attore che prende vita là sotto, ed uno sopra maschera in cui la storia d'amore fra Orazio, Flavio, Flaminia e le due Isabelle torna al livello degli amorosi della Commedia con una scena finale magistrale e divertentissima. Uno spettacolo denso di sensi in frantumi fra richiami verbali e relazionali all'amore contemporaneo nella sua irruente schiettezza giovanile, pieno di stratificazioni drammaturgiche, livelli di senso e di tipologie di linguaggi, curato in ogni suo piccolo dettaglio nel ritmo forsennato in cui gli attori tengono vivo, in maniera straordinaria ed impeccabile, la consapevolezza del corpo, della voce, dello spazio. Il pubblico passa cosi un'ora mezza sorprendente e divertentissima guardando uno specchio della gioventù d'oggi col cuore ancorato ancora alle dolci armonie del passato. Gradevolissimo. Sperimentale divertendo!