8 - 20 marzo 2011

Teatro Carignano

Piazza Carignano, 6


Le bugie con le gambe lunghe






testo di Eduardo De Filippo
regia Luca De Filippo,
con La Compagnia di Teatro di luca de Filippo: Nicola Di Pinto, Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi, Massimo De Matteo, Gioia Miale, Giuseppe Rispoli, Antonio D’Avino, Chiara De Crescenzo, Alessandra D’Ambrosio, Carmen Annibale
scenografia Gianmaurizio Fercioni
costumi Silvia Polidori
luci Stefano Stacchini

(Recensione di Cecilia Allegra)


Eh sì, questa guerra che ha sconvolto tutto...”: eh sì, la guerra, la guerra. La commedia Le bugie hanno le gambe lunghe è del 1946. Il mostro che ha causato tante separazioni e tanti lutti sembra ancora presente, ma in realtà anche questa non è che una bugia velata, un pretesto che permette ai condomini di un edificio napoletano qualsiasi di invischiarsi sempre più in squallide storie di tradimenti e bassezze. Perché proprio per questo le bugie vanno fatte camminare con lunghissime gambe, in modo che si diffondano e trasformino in verità condivise, tanto da sostenere l'impalcatura di una società moralmente gretta : un fragile scheletro che si regge su matrimoni di convenienza, prelazioni travestite da promozioni e comportamenti dettati da quel finto timore del “pare brutto che...”. Tutto ciò che pare brutto, viene fatto lo stesso ma lo si camuffa così bene che alla fine tutti concordano che non sia mai successo nulla di sconveniente. Invece nel palazzo del povero Libero Incoronato, che vive dei miseri ricavati della vendita di francobolli ad intenditori, di sconvenienze ce n'è tantissime: Benedetto lavora a Grosseto, dove coabita con la sua cameriera ed amante, mentre a Napoli finge di attenderlo la moglie Olga, coinvolta in un affaire con un capitano italo-americano; il signor Perretti, vecchio,borioso e avidissimo, chiede in sposa la sorella di Libero in modo da avere una serva che cucini, pulisca e vegli sul suo sonno, e lei fa mostra di amarlo solo per smetter di esser di peso al fratello e levarsi da casa sua. Gli unici a cui i raggiri e le menzogne non interessano sono proprio Libero, preso nella ragnatela delle trame che i suoi vicini ordiscono, e Graziella, la prostituta che, fiera, non solo non nasconde la sua professione ma ha il coraggio di mostrarsi innamorata di Libero nonostante tutti i pettegolezzi che potrebbero derivarne. L'ipocrisia arriva al punto che né Benedetto, dopo aver dato la cameriera,incinta, in sposa a un suo dipendente in cambio di una buona posizione lavorativa, né Olga, abbandonata dall'amante non appena questi scopre che aspetta un bambino da lui, ammettono le loro relazioni extraconiugali. Anzi, mostrano soddisfatti il bambino e si congratulano, con una punta di commiserazione, con la famiglia della cameriera per il loro. Compiono addirittura il rito del “saluto al pargolo”, in cui tutti i parenti dello sposo si schierano in fila infilando nella culla dei soldi che siano di augurio alla crescita del bambino, anche se sanno benissimo che nessuno di loro è davvero imparentato con lui. A Libero allora, in un discorso accorato rivolto al figlio dei vicini, non resta che predicare una vita di menzogne, ma non menzogne qualsiasi, ma bugie ben dette,che sono quelle “che piacciono al padrone”. Altrimenti il padrone spezza loro le gambe, e la loro corsa viene interrotta subito. Con questo ironico e amaro monito si conclude la commedia, e Libero può finalmente annunciare la sua unione con la prostituta Graziella, trasformata nelle sue parole in una ricca ereditiera fino ad allora rimasta nascosta nel suo castello.

La compagnia ci offre uno spaccato di vita napoletana perfettamente credibile, e l'effetto delle battute viene accresciuto dalla comicità sorniona di Luca de Filippo. A questo si aggiunge l'effetto della scenografia, che ricostruisce nei dettagli la squallida esistenza piccolo borghese dei condomini e rende l'oppressione dell'intrigo che avviluppa Libero Incoronato.