14-16 gennaio 2011

Teatro Astra - Via Roslino Pilo, 9 - Torino


STRANI-IERI

Da sud a nord. La nostra storia parte da qui.


ideazione e regia Simone Schinocca
assistente alla regia Valentina Veratrini

drammaturgia Simone Schinocca e Livio Taddeo
banda Pappazzum

musiche e arrangiamenti Elio D'alessandro

interpreti Valentina Aicardi, Elio D’alessandro, Silvia Freda, Costanza Frola, Celeste Gugliandolo, Paolo Li Volsi, Mauro Parrinello

produzione TEDACÀ in coproduzione con LA TELA DI ARACNE
con il contributo di REGIONE PIEMONTE

in collaborazione con FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO, SISTEMA TEATRO TORINO, FONDAZIONE CIRCUITO TEATRALE DEL PIEMONTE


Recensione di Alan Mauro Vai (venerdì 14 gennaio 2011)

"Strani-ieri” dell'Associazione Tedacà in collaborazione con la Tela di Aracne illumina lo spazio dell'ampio Teatro Astra dando aria al palcoscenico in uno slancio di cornice in cui gli oggetti accumulati per l'uso sono l'unica scenografia. Fin da subito ci troviamo di fronte ad uno spazio vuoto in attesa di essere fecondato dalla vita degli attori del gruppo. Ed è subito una fisicità disarmante e potente che si scatena in una costruzione ritmica dell'azione scenica. I sette attori raccontano con azioni e narrazioni la storia degli immigrati a Torino dagli anni 50 in avanti portati dalla ricerca di lavoro, in un periodo in cui la capitale sabauda era la capitale dell'industrializzazione italiana. Tutte le storie messe in scena sono tratte dai racconti dei nonni e degli anziani che sono stati intervistati dai ragazzi delle scuole medie e superiori nell'ambito di un progetto di memoria storica e di valorizzazione del passato che ha fatto da cornice e da collante alla realizzazione dello spettacolo messo in scena dal regista e presidente dell'Associoazione Tedacà, realtà consolidata nel panorama artistico e sociale della città, Simone Schinocca e da Valentina Veratrini, regista della Compagnia La Tela di Aracne. La partenza dal paese, il viaggio interminabile, l'arrivo nella fredda Torino, la ricerca del lavoro, della casa, la sistemazione fino al ritorno al paese per la festa patronale, per terminare con una gustosissima scena in cui la vita della famiglia di immigrati attraversa gli anni tra l'educazione dei figli, la loro crescita, i sacrifici fino alla morte del capofamiglia. Attori reattivi, superbi e potenti (Valentina Aicardi, Elio D’alessandro, Silvia Freda, Costanza Frola, Celeste Gugliandolo, Paolo Li Volsi, Mauro Parrinello) che creano lo spazio dal nulla esclusivamente tramite le loro azioni, la loro presenza, in una coralità perfetta e sincronica di azioni e reazioni. Affascinanti costruzioni registiche di danze spaziali che illustrano con una fantasia sperticata, il vociare del paese, la scelta sofferta della partenza, il viaggio in treno in uno spazio stretto fra stenti e rinunce. Ma le scene più gustose e sceniche più seducenti sono quelle che ci restituiscono la vita negli appartamenti di ballatoio, la catena di montaggio nella fabbrica, le feste danzanti in cui nascono gli amori. Il tutto condito di canzoni degli anni 50 e 60, un'ironia puntuale e coinvolgente, una varietà infinita di trovate, costruzioni spaziali, macchine sceniche di narrazione. Infine uno spettacolo ironico, compatto e ben riuscito, che fa della coralità perfetta degli attori il proprio punto di forza, anche se soffre talvolta di ritmi e trovate che spengono un poco la ritmica generale dell'andamento scenico. Sicuramente uno spettacolo adatto a tutti, dai bambini agli anziani, uno specchio sociale nel cui rispecchiare le nostre attuali condizioni di vita italiane.