17-18-19 dicembre 2010
Cavallerizza Reale - Manica Corta,
Via Verdi 9, Torino
FRATELLI
Recensione di Alan Mauro Vai (19 dicembre)

Di Valentina Diana
Con Beatrice Schiros e Andrea Collavino
Scene Nicolas Bovay
Luci Cristian Zucaro
Regia Lorenzo Fontana


L'Associazione 15 Febbraio porta in scena l'inedito testo di Valentina Diana, Fratelli, per la regia di Lorenzo Fontana, in un crepuscolare e stupefacente ingresso in sala: lo sguardo è subito catturato dal baluginare di una finestra in fondo ad una cornice tridimensionale e scenografata, realizzata da Nicolas Bovay, che scava nella propria pancia un corridoio di vecchia casa, con una luce rassicurante di famiglia e campagna, di un sole che sta solo, nei ricordi, di quei mattini d'estate in cui il dorato della stella fissa ci entra in casa con la languidezza di un sorriso dolce di madre. Imbambolati a guardare questo cullante colore che smuove ricordi, non ci rendiamo conto che il tempo passa, gli attori sbucano come d'improvviso in scena e si piazzano esattamente come in un sogno lento di passato che ritorna. Ed è tutto sulla riga del tornare indietro e del ripescare ricordi dolorosi e cocenti, buffi e divertenti di parole insabbiate, sullo sfondo di quel corridoio di casa, così importante per raccontare questa storia di fratelli. Tutto è uno smottante desiderio di dire, di parlare, di spiegare, analizzare questo complicato rapporto di famiglia, in cui uno dei fratelli, il maschio, è stato adottato e cerca in maniera spasmodica il fratello naturale e il padre, e la sorella tenta invece di ricomporre una frattura che sente arrivare da lontano passando attraverso tutta la saga della loro famiglia. Ma non può essere un dialogo, è un viaggio per entrambi verso quella finestra luminosa che si intravede in fondo alla stanza dalla parte più lontana del corridoio, con le spalle al muro, in cui si cerca davvero la luce che tutto lava, che non fa più ombre, che smacchia i sensi di colpa e le oppressioni di un tempo feroce che rende il presente un abisso di indifferenza. Uno spettacolo pieno di parole che affollano la bocca, incrostate in un cuore che cerca di tirarle via tutte perchè come spine ostruiscono il libero fluire del sentire. Intenso e granitico, determinato a dire fino in fondo tutto, senza paura, con precisione, grazie anche all'interpretazione spietata di Beatrice Schiros e Andrea Collavino. Umano, troppo umano.