22 novembre 2010
Teatro SalaEspace
Via Mantova, 38 Torino

PERCHE' NON ADREMO MAI IN PENSIONE

Recensione di Luca Atzori
(lunedì 22 novembre 2010)


di e con Erik Sogno
Regia di Elena Serra
ENTROPIA TEATRO

Quel che ci si aspettava, da questo spettacolo di Erik Sogno (e dalla troupe Entropia) , erano quel po' di informazioni di carattere storico accompagnate dall'emozione di una sana disillusione (servita su un piatto di ironia ).

Uno spettacolo che tratti un argomento come quello dell' INPS, d'altronde, che cos'altro potrebbe promettere?

Le intenzioni certo non mancavano, anzi direi che fossero tutte intuibili, ma quella che forse è mancata all'appello è stata la visibilità, l'organicità.

Ricerca storiografica svolta con molta cura, ripercorrente tutta l'involuzione della pensione lungo il corso della storia del novecento, ma riportata con un linguaggio inaccessibile, difficile, burocratico, e soprattutto antiteatrale, privo di semplificazioni.

Nessuna “traduzione” dei documenti.

Così ci si è trovati di fronte ad un' emorragia di informazioni dal carattere inafferrabile (sia con la mente che con il cuore).

Un teatro il cui genere era senza dubbio quello di parola, in cui troppa importanza, però, è stata data alle azioni e ai toni, dove l'energia risultava essere povera, povera la concentrazione, così come la padronanza dell'argomento spazio- scenico.

Si capiva che il linguaggio adottato fosse quello comico, ma questo riusciva a mostrarsi solo a brevi tratti, in maniera frammentaria. La dove era necessario cercare il ritmo, si è trovato molto disordine.

Ahimè, quando uno spettatore si siede a teatro trova davanti a sé una sola realtà, (anche quando questa dovesse apparire pressoché assente) ed è quella di ciò che avviene sul palcoscenico (dove quel che accade basta a dire tutto).

In questo caso si tratta della realtà di uno spettacolo dove i contenuti (di certo interessantissimi) faticavano ad arrivare, e dove l'interpretazione occupava un posto eccessivamente parallelo rispetto al testo, dove forse sarebbe bastata un po' più di naturalezza, e meno ricerche troppo evidentemente mentali, oscure alle viscere.

Un lavoro certo ancora in corso, e sicuramente ricolmo di speranze. Anzi, un' intenzione, quella di Sogno, di valore indiscutibile, attuale, e che è necessario digerire.

Forse quel che ci aspettiamo dal giovane autore-attore, non è un eccessivo lavoro di perfezionamento tecnico o chissà qual altro percorso, ma più semplicemente lo sforzo di ascoltare più attentamente la propria urgenza, insieme a una dose necessaria di buona pazienza.

Un lavoro in corso.