17-21 Novembre 2010

Teatro Astra

Via Rosolino Pilo, 6


A CORPO MORTO

Recensione di Alan Mauro Vai

(mercoledì 17 novembre 2010)

di e con Vittorio Franceschi

regia Marco Sciaccaluga
maschere e costumi
Werner Strub
scene
Matteo Soltanto

musiche Andrea Nicolini

luci Sandro Sussi
TEATRO STABILE DI GENOVA


Vitotrio Franceschi e Mario Sciaccaluga, un connubio che ci catapulta dritti nel cuore di un teatro ben tornito, di un'artiginalità di cui puoi riconoscere con precisione tradizione e provenienza, come dire DOC, e per questo lo spettatore può lasciarsi cullare con dolce sicurezza. I testi, scritti dal medesimo attore, hanno una squisita immediatezza comunicativa, sono vivi, sezionati da una verità immediata, un piacere poetico e stilistico. Vittorio Franceschi trasmigra di personaggio in personaggio con l'ausilio delle splendide maschere di Werner Strub, compiendo a vista, con la magia di uno scatto, la trasformazione da narratore a figura viva. Preciso, attento a farci immergere nelle sue storie, l'attore attua i suoi passaggi legati al filo della vita che spezza, dialoghi solitari in obitori sempre diversi, scegliendo le maschere tra alcune decine messe in mostra su di uno scaffale a parete che taglia in obliquo la scena a ridosso di una finestra da a cui si intravede un albero spoglio, l'inverno della vita. Con la semplicità di un telo nero che copre i vestiti di cui si serve per le trasformazioni, Vittorio Franceschi ci porta in territori variegati e diversi, da giovani odierni che muoiono per superare i limiti, alla fedele moglie del sarto morto all'improvviso, al padre iperborghese alle prese con un figlio rivoluzionario, per finire con la morte di Barabba, il barbone più famoso della città. Intimo e sorprendente, per le doti di un grande attore, e la regia rispettosa di Sciaccaluga, A Corpo Morto ci guida per mano nel sottile confine tra la vita e la morte.