Officine Caos
Piazza Eugenio Montale, 18 - Torino
SOSTERRÒ
LE RAGIONI DELLA LEGGEREZZA
di
Franchesca Cola - Volvon (TO)
Ideazione
e regia: Francesca Cola
Coreografie:
Francesca Cola, Tommaso Serratore
Interpretazione:
Tommaso Borin, Tommaso Serratore
Light
design: Eleonora Diana
Produzione:
La Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi. VOLVON
Con
il sostegno di Compagnia Zerogrammi, Comune di Colleretto Castelnuovo
- Scuola Elementare C.Nigra, Spazio Baobab Ivrea
Progetto
vincitore del bando Permutazioni 2015/2016 e del bando Artist in
Residence 2016
TUTTO
SCORRE
una
favola nera
di
Teatro Popolare d’Arte (FI)
Testo
di Massimo Sgorbani
Regia
di Gianfranco Pedullà e Massimo Sgorbani
Con
Rosanna Gentili e Gilberto Colla
Scene
Claudio Pini musiche Jonathan Faralli
Costumi
Rosanna Gentili
Collaborazione
Rosaria Lorusso
Tecnica
Marco Falai
Foto
Alessandro Botticelli
Produzione
Compagnia Teatro popolare d’arte
Con
il sostegno di MIBAC e Regione Toscana
di
Alan Mauro Vai
Volvon
+ Teatro Popolare d'Arte: un'altalena di emozioni
Alle
Officine Caos dalla leggerezza alla favola nera: tutto in una serata
Alle
Officine Caos venerdì 8 e sabato 9 aprile vanno in scena due
spettacoli molto diversi e differenziati fra loro all'insegna di quel
sincretismo artistico che è il tratto caratteristico di questo
spazio posto all'estrema periferia nord ovest della metropoli. Le
Officine Caos sotto la direzione di Stalker Teatro confermano di anno
in anno la loro vocazione all'arte contemporanea e al melange di
linguaggi espressivi. Il primo intervento è il secondo studio della
brava coreografa e danzatrice Francesca Cola che realizza con il
proprio ensemble performativo il secondo studio di “Sosterrò le
ragioni della leggerezza”. In scena due Tommaso, il primo,
Serratore, danzatore affermato del panorama nazionale, il secondo ,
Borin, un bambino di 11 anni, allievo della stessa Cola. Scena vuota,
spazio alleggerito di ogni orpello, solo musica materica, i corpi dei
danzatori/perfromer ed un sasso che catalizza il fulcro
dell'attenzione scenica, pietra miliare da cui tutto parte e a cui
tutto torna. Venticinque minuti di coreografia pura, nuda e pulita,
mai banale, e sempre aperta all'imprevedibile, sia quando la danza è
espressa nel duo singolare dei Tommaso, sia quando prende la parola
uno solo dei due performer. Meravigliosa la presenza scenica di
Tommaso Borin, che trae dalla sua infanzia la linfa per uno stare
semplice e immediato. Serratore è preciso, pulito, aereo e terrigno,
come suo solito, inusuale nella relazione giocosa e intima con il suo
omonimo minore. Uno studio convincente, irregolare, vivo e
illuminante. Attendiamo assetati sviluppi.
“Tutto
scorre – una favola nera” di Massimo Sgorbani prodotto dal teatro
Popolare d'Arte di Firenze è un testo originalissimo, crudo, diretto
e concreto, della fisicità penetrante degli autori che affrontano i
temi più scottanti senza la paura della realtà e della sua
rappresentazione. La scena è il bagno dell'autogrill, strutture
traslucide cui è apposto un orinatoio, un attaccapanni, una sedia:
tanto basta per il potere evocativo degli attori superlativi (Rosanna
Gentili e Gilberto Colla) per farci entrare nel gorgo feroce di
questa favola nera. Tra deficit cognitivi, silenzi che si esprimono
solo lasciando andar la pipì, padri disperati, amori illusori, sesso
esplicito ed una comicità nera, tutto scorre davanti agli occhi
degli spettatori che si sentono strattonati nell'anima e portati fino
in fondo alle vicende umane e strazianti dei protagonisti. Un teatro
artigianale preciso e sorprendente con scelte registiche azzeccate ed
ardite, coraggiose, sorprendenti, che in pochi tratti e con la
padronanza tecnica degli attori disegnano i contorni di una sapienza
rappresentativa emozionante. Duro, crudele e sfacciato, ma
irresistibile.