08 - 13 Febbraio 2011

teatro gobetti

Via Rossini, 9


TRADIMENTI


di Harold Pinter
con Nicoletta Braschi,
Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Nicola Marchitiello
regia Andrea Renzi
suono Daghi Rondanini
scene e costumi Lino Fiorito
luci Pasquale Mari

Fondazione del Teatro Stabile di Torino
OTC Onorevole Teatro Casertano


Recensione di Andrea Ghiberti

“Tradimenti”. E, dunque, il rischio di tradire il gran testo di Pinter.
Mettere in scena Pinter è allo stesso tempo un lavoro complesso e semplice.
Complesso perché rendere le sfumature psicologiche dei testi del premio Nobel richiede scelte
registiche ben congegnate.
Semplice perché i testi, da un certo punto di vista, si reggono da soli nella loro intensità fredda e sussurrata.

Ma la regia di Andrea Renzi, attore già apprezzato al fianco di Tony
Servillo, è sapiente nella sua semplicità. Apprezzabile la scelta
scarna delle scenografie, praticamente fittizie e consistenti in
teloni in cui vengono proiettati di volta in volta gli ambienti e gli
anni di riferimento, in questa corsa all’indietro nel tempo che mette
vorticosamente a nudo i rapporti tra i protagonisti, Robert, Jerry ed
Emma. Il tradimento, degli altri, di se stessi, dei propri sentimenti è
la chiave attorno a cui si svolge il dramma di Pinter, nell’atmosfera
di una borghesia intellettuale che è il vero bersaglio della critica
velata dell’autore, come in molte delle sue opere. Il tradimento come
necessario, normale, quasi banale, tant’è che Robert, che è tradito
dalla moglie Emma col suo miglior amico Jerry, non è per niente turbato
da questa consapevolezza, o almeno non lo fa trasparire, svelando quell’
insensibilità forzata, “deformazione professionale” della borghesia. Lo
stesso Robert, d’altronde, tradisce sue moglie. Ancora tradimenti. Di
se stessi e del proprio sentire.
Pur non ritenendo personalmente
Nicoletta Braschi una grande attrice, devo ammettere che nel ruolo di
Emma non ha sfigurato, pur compiendo qualche esecrabile (solo più a
teatro,ahimé) errore di dizione, ha saputo rendere bene il ruolo
sfumato che il personaggio richiedeva, principalmente perché l’
interpretazione non richiedeva di scostarsi dal suo solito,e monotono,
stile recitativo.
In particolare ha saputo rendere bene il gioco di
sguardi e di cambio di toni vocali essenziali per la buona resa del
conflitto “freddo” delle scene.
Compitino ben svolto anche dagli altri
attori, Enrico Ianniello(Jerry),e Tony Laudario(Robert), che sono
riusciti a rendere, seppur non magistralmente, l’atmosfera dell’opera,
gestita su piccoli gesti e piccoli sguardi. In chiusura, merita una
nota di encomio il giovane Nicola Marchitiello, e la sua prova nel
ruolo del Cameriere. Pur comparendo in una sola scena, ho trovato il
suo piccolo ruolo interpretato sublimamente; ed è spesso il lavoro
anche di una piccola comparsata che rende la scena credibile e te
gestisce la modulazione della tensione della scena.
Ottima la regia,
buona la recitazione, Andrea Renzi ha ben schivato il “rischio Pinter”.